E’ un binomio indissolubile, non può esistere una senz’altra. La Pace senza la Giustizia, è semplicemente assenza di conflitto, più che Pace è pacificazione; quindi, sotto un’apparente periodo di assenza di guerra, in realtà possono esistere soprusi, violenze, vessazioni, ed in alcuni casi , può essere fortemente limitata la libertà.
La richiesta di Pace avanzata in tutte le sedi istituzionali, auspicata da tutti i popoli (diciamo, quasi tutti), appare sicuramente legittima, ma è chiaro che se non è accompagnata dalle necessarie garanzie per il ristabilimento della Giustizia, è una richiesta vuota, senza significato.
Sembra, molto semplicemente, una richiesta affinchè non debba essere turbato il nostro “quieto vivere”.
Quando la Russia (seconda superpotenza nucleare del mondo, dopo gli Stati Uniti), invade l’Ucraina (che è armata solo della disperazione del proprio popolo), seminando distruzione e morte, ha senso chiedere la Pace senza la Giustizia?
Il dilemma etico è sempre lo stesso: un “costruttore di pace” come avrebbe potuto fronteggiare la bestiale ferocia di Hitler ?
Con azioni nonviolente oppure cercando di opporre RESISTENZA?
Ed ora di fronte alla ferocia criminale di Putin che ha utilizzato le stesse giustificazioni di Hitler per invadere una Nazione confinante di cui non riconosce l’esistenza, cosa dobbiamo fare? Voltarci dall’altra parte per non vedere?
Riconoscere, come ad Hitler, la necessità di uno “Spazio Vitale” di Hitleriana memoria, con la ricostituzione di alcuni “Stati Cuscinetto neutrali”, dove può imperversare la “magnanimità” del Grande Zar di tutte le Russie?
Quando sento parlare di accerchiamento della Russia, l’unico sentimento che provo è di disgusto. Il bello è che queste motivazioni vengono sposate anche da alcuni che addirittura legittimano questo atto efferato.
Ricordo un piccolo particolare per chi non avesse tanto dimestichezza con la geografia: la Russia è il paese più grande del mondo. Va dallo Stretto di Bering, al confine estremo nord dell’Asia fino a Kaliningrad (enclave fra Polonia e Lituania), Quanti “stati cuscinetto” dovrebbe avere per non sentirsi accerchiata?
Invece, voglio ribaltare la prospettiva: tutti gli stati confinanti cosa avrebbero dovuto fare per non essere oggetto della voracità espansiva di una persona che pensa di incarnare una missione e cioè riportare la Russia ai fasti dell’Unione Sovietica?
Essere Costruttori di Pace vuol dire non voltarsi dall’altra parte, vuol dire aiutare chi si batte per la Giustizia, vuol dire sostenere in tutti i modi coloro che soffrono a causa della Giustizia, manifestare, pregare, credere che ci sia una forza collettiva che riesca ad interrompere quella bestiale catena di comando che da Putin arriva al giovane soldato russo che spara a Kiev, vuol dire chiedere al Popolo russo di sovvertire con tutte le proprie forze, come hanno già fatto, chi li sta portando nel baratro.
Vuol dire anche, però, manifestare con la medesima forza ai primi segnali in cui la situazione degenera, penso all’omicidio della giornalista Politkovskaja, all’avvelenamento del principale oppositore di Putin, Navalny: non delegare la Pace solo a chi basa tutti rapporti fra i popoli come ad uno scontro di forza militare.
Questo dovrebbe essere il nostro impegno.
Speriamo che non sia troppo tardi!
Articolo a cura di: Luca Rinaldi, Presidente della Cooperativa Sociale “La Mano Amica”